INTRODUZIONE

"Una controversia è una differenza di opinioni sostenuta con proprie ragioni da ciascuna delle parti contrapposte"
Vocabolario della lingua italiana G. Treccani

L’analisi delle controversie permette di studiare la società nella sua forma più dinamica perché comprende tutti i tipi di attori (umani, elementi naturali, elementi biologici, prodotti industriali ed artistici, istituzioni economiche e politiche, artefatti tecnologici e scientifici,…). Le controversie sono dibattiti molto spesso conflittuali e resistenti alla semplificazione: nelle controversie, vecchie semplificazioni sono rifiutate e nuove semplificazioni devono essere ancora affermate ed accettate [Andrea Lorenzet, Dottore in Sociologia].
Il progetto volto al reinserimento dell’orso bruno (Ursus Arctos) sul territorio della Provincia Autonoma di Trento, rappresenta un esempio di controversia che si traduce in una molteplicità di punti di vista, spesso contrapposti. Le opinioni degli attori, provenendo questi ultimi da “mondi” diversi ed essendo portatori di diversi interessi, sono differenziate, complesse e non sintetizzabili in una risposta del tipo “orso sì” o “orso no”.

Attraverso l’analisi di questa controversia ci siamo rese conto per prime di quanto sia importante ascoltare le voci delle parti contrapposte senza rimanere fermi sulle proprie posizioni, solo in questo modo è possibile volgere il dibattito in maniera propositiva.

Barbara Gallizioli, Elisabetta Tomazzolli, Francesca Viola, Stefania Viola: Studentesse di Sociologia, Università degli Studi di Trento

IN CHE COSA CONSISTE QUESTA CONTROVERSIA?

Da un punto di vista prettamente scientifico il progetto Life Ursus è ritenuto un successo, anche se è considerato fondamentale un monitoraggio articolato nel lungo periodo per poter giungere a valutazioni più precise in merito.
Si evidenzia inoltre l'importante rilievo attribuito alla reintroduzione da parte della comunità scientifica internazionale. Un esempio è dato dal fatto che nel 2005 la XVI Conferenza Internazionale sulla ricerca e sulla gestione delle popolazioni di orso si è tenuta a Riva del Garda, prima sede italiana della conferenza internazionale a cui hanno partecipato circa 400 esperti provenienti da 40 paesi diversi.
La reintroduzione dell'Ursus Arctos nella Provincia Autonoma di Trento è diventata un motivo di scontro da un punto di vista politico e sociale soprattutto a livello provinciale, anche se si segnalano dibattiti accesi anche su un piano internazionale, in particolare dopo il caso di uccisione dell'orso JJ1 in Baviera il 26 giugno 2006.
Le parole del presidente dell' International Bear Association Harry Raynolds, fanno capire molto bene a che cosa potrebbe portare il malcontento e lo scontro con la popolazione: " Il successo di iniziative di questo genere (reintroduzione di esemplari n.d.a ) dipende non solo dalle condizioni legate all’habitat naturale, ma anche dal grado di accettazione e dalla accettazione culturale da parte delle popolazioni residenti”
[.http://www.comune.rivadelgarda.tn.it/bollettino/2005/atnewsitem.2005-09-28.1825957655/]

Scontro Politico a livello provinciale :

La questione relativa alla presenza dell'orso è stata indubbiamente, nelle ultime due legislature (XII e XIII), uno dei temi caldi dell'agenda politica trentina.
L'opposizione di centro destra (in particolare con il partito della Lega Nord, di Forza Italia e Alleanza Nazionale) ha esercitato una costante pressione sulla maggioranza di centro sinistra rappresentata da Lorenzo Dellai, che fino ad ora ha sostenuto attivamente il progetto.
Vediamo le posizioni politiche in dettaglio:

Posizione della Lega Nord al progetto di reintroduzione (vedi anche nella sezione interviste la posizione di Diego Binelli in rappresentanza del partito)

La Lega Nord considera negativamente la reintroduzione dell'animale in Provincia perchè la sua presenza farebbe sorgere due ordini di problemi: problemi legati al mantenimento della pubblica sicurezza e un eccesivo peso sul bilancio provinciale. Il partito interviene con:
-ripetute interogazioni provinciali (tutti i testi delle interrogazioni provinciali sono reperibili al sito http://www.consiglio.provincia.tn.it/banche_dati.it.asp)
-manifestazione "per dire di no all'orso" tenutasi presso la sede del Parco Adamello Brenta di Strembo, sabato 30 agosto.
-tema frequentemente utilizzato in campagna elettorale per denunciare il presunto spreco di denaro pubblico della coalizione di centro sinistra rappresentata da Lorenzo Dellai.
-petizione popolare in corso.

Posizione del neonato gruppo politico Amministrare il Trentino, rappresentato da Nerio Giovannazzi, ex membro di Forza Italia, nelle provinciali del 9 novembre 2008 presentatosi autonomamente, rifiutando sia di sostenere la coalizione di centro destra che si presentava con Sergio Divina, sia la coalizione di centro sinistra, che riproponeva come leader polico per la terza volta consecutiva Lorenzo Dellai (vedi nella sezione interviste la posizione di Nerio Giovannazzi).

Amministrare il Trentino non è un gruppo contrario al progetto di reintroduzione, ma piuttosto alla modalità con cui tale progetto per ora è stato gestito.
Nerio Giovannazzi, leader del neonato gruppo politico, ritiene infatti che oggi tale iniziativa rappresenti una vera "limitazione della libertà umana" oltre che un costo di gestione troppo gravoso per la Provincia Autonoma di Trento. Il rappresentante del partito Nerio Giovannazzi è intervenuto con:
-Ripetute interrogazioni provinciali effettuate sia nella XII e sia nella XIII legislatura, quando era ancora un esponente di Forza Italia (al sito http://www.consiglio.provincia.tn.it/banche_dati.it.asp è possibile accedere ai testi delle interrogazioni provinciali)
-Petizione popolare con circa 6000 firme raccolte
-sondaggio sul sito internet http://www.neriogiovannazzi.it/
Posizione del gruppo politico dei Verdi e Democratici per il Trentino al progetto di reintroduzione (vedi anche nella sezione interviste la posizione dell'esponente dei verdi Roberto Bombarda)
Il Gruppo politico dei Verdi e Democratici del Trentino, facente parte della coalizione di centro sinistra, si è sempre contraddistinto per un forte sostegno al progetto Life Ursus. Secondo Roberto Bombarda, attualmente unico esponente dei Verdi ad essere riuscito, in seguito alle elezioni del 9 novembre 2008 ad entrare in Consiglio Provinciale, attraverso questa iniziativa si può avere concretamente la possibilità di salvaguardare una specie che da sempre si identifica con il territorio. Pertanto, sia nella XII che nella XIII Legislatura, i Verdi e Democratici del Trentino sono intervenuti con :
-interrogazioni provinciali per comprendere come si trova l'orsa in cattività e come promuovre il ripopolamento
-difesa degli attacchi al progetto mossi da alcune forze politiche
-promozione del progetto e necessità di insistere sulla comunicazione ai cittadini
"Crisi diplomatica" a livello internazionale

La crisi si verifica in occasione dell'uccisione, da parte delle autorità bavaresi, dell'orso JJ1 nell'agosto del 2006. L'uccisione del plantigrado viene attribuita alla pericolosità dell'animale, che in Baviera aveva mangiato pecore e altri animali, ma in ogni caso non aveva attaccato l'uomo.
Il Ministro dell'Ambiente Italiano allora in carica, Alfonso Pecoraro Scanio, ha considerato tale evento come una chiara violazione della Direttiva Europea Habitat che metteva in evidenza l'importanza di tutelare specie in pericolo di estinzione, tra cui l'orso bruno sull'arco alpino, per salvaguardare la biodiversità.
Dopo l'uccisione dell'animale il Ministro è intervenuto pretendendo spiegazioni da parte dei Ministri federali dell’Ambiente austriaco Josef Pröll e tedesco Gabriel Sigmar, e segnalando l'accaduto al Commissario europeo all’Ambiente Stavros Dimas. “Il Governo Italiano – sottolinea Pecoraro - non può che fermamente richiamare l’attenzione dei paesi europei interessati al rispetto dei principi di cui all’allegato 1 della Direttiva Habitat, e riconfermare l’opportunità che, indipendentemente da ogni protocollo per la gestione dell’orso, ci si attendeva un coordinamento più accentuato al fine di salvaguardare la vita dell’animale. L’Italia non può accettare che il controllo della popolazione alpina di orsi avvenga attraverso l’abbattimento di individui”
[ http://www2.minambiente.it/Sito/comunicati/2006/26_06_06_1.asp]


Mobilitazione da parte dei movimenti ambientalisti (vedi anche nella sezione Interviste)

In occasione della messa in cattività dell'orsa Jurka e dell'uccisione di JJ1 in Baviera saranno diverse le manifestazioni organizzate dal movimento ambientalista (vedi più approfoditamente alla sezione Uno e Trino ) che denuncia il comportamento delle autorità.
In particolare a livello provinciale, oltre ad essere intervenuti scendendo in piazza e attraverso una serie di petizioni popolari (consegna di 20.000 firme per la liberazione di Jurka), Anna Pilati in qualità di legale del movimento no alla caccia chiede l’avvio di indagini penali alla Procura di Trento per la "Violazione della norma di cui all’articolo 727, comma 2° del codice penale, che vieta la detenzione di animali, in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. " informazioni al sito:

Il malcontento dei cittadini

I partiti politici che si dichiarano non favorevoli al progetto del reinserimento dell'orso bruno in Trentino (Lega Nord, An, Amministrare il Trentino) si considerano portatori di un disagio rilevato tra la gente, in particolare tra gli abitanti delle zone maggiormente interessate alla presenza dell'animale.
Per contrastare le critiche e fornire maggiori informazioni alla popolazione contrariata e spaventata dalla presenza dell'orso sul territorio, tra le altre iniziative la Provincia Autonoma di Trento ha promosso una serie di conferenze aperte al pubblico, ma in particolare rivolte alle categorie potenzialmente danneggiate dalla presenza del plantigrado. Qeste rientrano nell'ambito della campagna attiva fin dal 2003 Conosci l'orso bruno, curata dal Servizio Foreste e Fauna, in collaborazione con il Museo Tridentino di Scienze Naturali.
Considerando che un progetto analogo in Francia è fallito proprio per la posizione fortemente contraria degli allevatori ovino caprini, questo tipo di incontri, sommati ad una serie di piani finanziari di ammortizzazione e prevenzione dei danni, potrebbero rivelarsi utili per mantenere un contatto diretto sul territorio e rispondere così prontamente alle perplessità riscontrate dai cittadini.



CRONISTORIA:FASI E MOTIVAZIONI DEL PROGETTO

Ecco una breve sintesi delle motivazioni e delle fasi cronologiche che hanno portato alla reintroduzione dell'orso bruno sul territorio trentino e alla conseguente controversia.
Abbiamo cercato di presentare la situazione in modo semplice, anche se in realtà il percorso è decisamente complesso. Per informazioni più dettagliate vi segnaliamo una puntualissima spiegazione delle fasi al sito http://www.pnab.it/natura_e_territorio/orso/cronistoria.html



La reintroduzione dell'Ursus Arctos sulle Alpi centro orientali è attribuibile al progetto europeo Life Ursus, con il quale si proponeva il trasferimento di alcuni esemplari di orso bruno dalla Slovenia, al gruppo montuoso del Brenta.
L'iniziativa è resa necessaria dalla concreta possibilità di estinzione per questo esemplare sull'arco alpino, fatto che rappresenterebbe un grave danno per la tutela e la valorizzazione della biodiversità. L'Ursus Arctos è infatti considerata una specie ad ombrello, la sua presenza è, in altre parole, determinante per la sopravvivenza di numerose altre specie utili alla catena alimentare.
I motivi della costante diminuzione delle presenze di questi animali, sono attribuibili ad almeno tre fattori spesso correlati:


-La forte antropizzazione e la conseguente urbanizzazione delle Alpi
-Disboscamenti
-Pratiche di bracconaggio fortemente diffuse dalla seconda metà del XVII secolo che ne hanno drasticamente ridotto il numero.



- 1992: La Cee decide di intervenire attraverso l' emissione della Direttiva Habitat (n.43 del 1992) relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Nello stesso anno il professor Schroeder, che curava la realizzazione di un Piano Faunistico per il Parco Adamello Brenta, comincia a discutere di un progetto che veda l'area protetta come luogo di immissione di esemplari di Ursus Arctos.
- 1996: Il Parco Adamello Brenta richiede e ottiene l'accesso ai fondi europei Life Natura, utili per l'attuazione del progetto di reimmissione dell'orso bruno nel Parco Naturale Adamello Brenta. Un ulteriore ente erogatore viene individuato nella Provincia Autonoma di Trento (vedi nella sezione fondi e indennizzi) il cui contributo finanziario si rivela determinante.
L'intervento economico di quella che i trentini chiamano mamma provincia, divide l'opinione pubblica. Il caso diventa uno strumento politico utilizzato ripetutamente in campagna elettorale per denunciare il presunto spreco di denaro pubblico dell'amministrazione di centro sinistra.
Il Trentino è considerato un territorio ideale alla reintroduzione dell'orso bruno per diversi motivi:
-storica presenza dell'animale sul territorio.
-sistema normativo di difesa dell'animale e di gestione degli indennzzi esistente sin dagli anni 70 del '900 (Legge Provinciale del 10 agosto 1978 n. 31)
-possibilità di avvalersi del fondamentale coordinamento scientifico del Parco Adamello Brenta.


Si promuove nello stesso anno uno studio di fattibilità coordinato dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica per stabilire chiaramente le eventuali aree di reinserimento dell'animale e le possibilità effettive di sopravvivenza.


- 1997: la Direttiva Habitat viene recepita in Italia e attuata nel 2002 con forte ritardo.
Comincia una complessa attività di informazione e raccolta opinioni tra la popolazione. Viene a tal proposito commissionato uno studio demoscopico alla società Doxa che riguarderà tutte le province con cui l'animale si troverebbe in contatto, escludendo tuttavia dal campione i residenti dei grandi centri urbani. La pubblicazione dei risultati dimostrerà come circa il 70% del campione sia sostanzialmente favorevole alla presenza dell'orso.
- 1998: Si conclude lo studio di fattibilità che viene approvato dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.
- 1999: il Parco Adamello Brenta è in possesso di tutti i permessi necessari per iniziare la reintroduzione dell'animale. Complessivamente verranno immessi nel gruppo del Brenta nove orsi provenienti dalla Slovenia, con un lavoro sinergico e collaborativo tra il Parco e il Servizio delle Foreste della Repubblica di Slovenia. Per i primi 40 giorni successivi al rilascio, gli animali sono monitorati 24 ore su 24 attraverso radiocollare, successivamente si passerà ad una diminuzione progressiva dei controlli con monitoraggi all'alba e al tramonto.
-2001: L'Ue accorda ulteriori finanziamenti per il progetto Life Ursus.
-2003: Viene commissionata un'ulteriore indagine demoscopica alla Doxa per comprendere se, con la reintroduzione dell'animale, l'opinione dei trentini dal 1993 sia cambiata. Il dato, che questa volta includeva anche l'opinione dei residenti a Trento, mostra come ancora una volta sia presente un elevato numero di consensi (con una percentuale sostanzialmente vicina al 70% del campione, dati consultabili al sito http://www.orso.provincia.tn.it/, alla sezione comunicazione)
-2004: Si conclude il progetto Life Ursus e cominca una seconda fase di attività tutt'ora in corso, volta al monitoraggio e al progressivo incremento demografico della popolazione degli orsi.
-2005: La risonanza del progetto tra la comunità scientifica internazionale si fa sempre più forte. Riva del Garda, infatti, diviene la prima città italiana ad ospitare quattro giornate di convegno dell' l'International Bear Association.
-2006: Durante il mese di agosto in Baviera, JJ1 figlio dell'orsa Jurka viene ucciso su ordine delle autorità federali bavaresi perchè considerato pericoloso. Questo evento provoca un "incidente diplomatico" tra Italia e Germania.
L'uccisione di JJ1 assume un forte eco tra l'opinione pubblica, sorgono manifestazioni ambientaliste tra Berlino, Monaco e Trento.
JJ1, soprannominato "Bruno" diventa un simbolo, tanto che Tana Libera Tutti (Centro Sociale con sede a Trento) cambia il suo nome e diventa Centro Sociale Bruno, simbolo di chi ha osato scavalcare i confini per la libertà.
A livello istituzionale questo evento porta alla necessità di capire più dettagliatamente come si intenda portare avanti il progetto e quali parter siano disposti ad ufficializzare il loro appoggio. Una riflessione in questo senso sembra necessaria dato che l'animale è naturalmente portato a spostarsi lungo l'arco alpino e questo è in sè lo scopo del progetto. Se l'evento dovesse ricapitare cosa succederà?
- 2007: L'orsa Jurka accusasta di aver causato numerosi danni a coltivazioni, greggi ed abitazioni, viene messa in cattività e rinchiusa nel parco del Monastero di San Romedio (Prov.Tn). Ancora una volta, come si era verificato in seguito all'uccisione di JJ1, il caso solleva le reazioni favorevoli e contrarie dell'opinione pubblica. L'orsa diviene un personaggio conosciutissimo tra la gente e di cui tutti i giornali locali parlano.
Si comprende, anche in seguito a quest'ultimo caso, l'importanza di attivare concretamente un lavoro sinergico e formalizzato sul piano istuzionale. Per soddisfare questa necessità nasce un piano d'azione interregionale per la salvaguardia dell'Ursus Arctos sull'arco alpino centro occidentale che coinvolge:
Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Veneto, Regione Lombardia, Regione Friuli Venezia Giulia.
L' intervento richiesto dal documento chiamato PACOBACE riguarda molteplici ambiti:
-Formazione di personale qualificato e competente,
-Comunicazione alla popolazione
-Sistema di prevenzione dei danni
-Gestione degli indennizzi
-2008: Nel periodo che precede le elezioni provinciali del 9 novembre, la questione relativa ai finanziamenti al progetto di reinserimento dell'Ursus Arctos risuona nuovamente tra i temi caldi della campagna elettorale.







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DOVE SONO GLI ORSI ATTUALMENTE?

LA DISTRIBUZIONE DELL'URSUS ARCTOS SULLE ALPI NEL TEMPO

Cartina elaborata dalla Provincia Autonoma di Trento (http://www.orso.provincia.tn.it/storia_arco_alpino/distribuzione_tempo/)


ELEMENTI D'ANALISI



Fonti

siti web: abbiamo inizialmente realizzato una mappatura della controversia attraverso il software Issuecrawler, strumento che permette di visualizzare mappe di reti tra siti collegati tra loro grazie ad una parola chiave (nel nostro caso LIFE URSUS), in maniera tale che un determinato sito web entra nella rete solo se è “linkato” da almeno altri due siti che fanno parte del network. Insomma, data una parola chiave, il software dà una mappa dei siti web più importanti legati tra loro da quella parola chiave (per visualizzare la mappa vedi alla voce Issuecrawler).
Dopo aver così visualizzato i siti web interessati al progetto Life Ursus (che dal 2004 continua con il nome di Gruppo di Ricerca e Conservazione dell’Orso Bruno – GRICO), li abbiamo utilizzati come fonti d’informazione per l’analisi della controversia. Quelli dai quali abbiamo tratto più informazioni sono i siti web degli enti locali che hanno lavorato alla realizzazione del progetto Life Ursus, ovvero il sito dedicato all’orso bruno della Provincia Autonoma di Trento http://www.orso.provincia.tn.it/, il sito dell’Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento http://www.fauna.provincia.tn.it/, il sito del Parco Adamello Brenta http://www.pnab.it/ e il sito del Museo Tridentino di Scienze Naturali http://www.mtsn.tn.it/.
Ciò che ci è parso emergere già da questa prima analisi è il fatto che la figura “orso” racchiude in sé tre caratteri: vi sono un “orso fisico-biologico”, un “orso politico-legislativo” e un “orso sociale-emozionale”. Queste tre figure da noi fissate sono ciò che nella sociologia di Max Weber viene chiamato tipo ideale. “Esso” dice Weber “è ottenuto mediante l’accentuazione di uno o di alcuni punti di vista” ma “nella sua purezza concettuale questo quadro non può mai essere rintracciato empiricamente nella realtà”. Quindi, il tipo ideale non è “la realtà vera e propria, ma tuttavia serve né più né meno come schema in cui la realtà deve essere sussunta come esempio […] al fine di illustrare determinati elementi significativi del suo contenuto empirico”. (Max Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali, 1922) Abbiamo quindi utilizzato questi tre tipi ideali di orso, collegando a ciascuno dei tre gli attori che più ci sembra vedano l’animale sotto quel determinato carattere (per visualizzare lo schema dei tipi ideali vedi alla voce Attori);

riviste e pubblicazioni: il Parco Adamello Brenta, il Museo Tridentino di Scienze Naturali ed l’Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento pubblicano alcune riviste scientifico-divulgative di grande interesse per la nostra analisi, come i numeri speciali della rivista pubblicata dal Parco Adamello Brenta contenenti il Piano Faunistico, redatto ogni anno, che riferisce la messa in opera di tutta una serie di azioni volte alla conservazione e gestione del patrimonio naturale, di cui l’orso bruno fa parte.
Il Museo Tridentino di Scienze Naturali ha pubblicato il libro “L’orso bruno nel Trentino. Distribuzione, biologia, ecologia e protezione della specie” di Fabio Osti. Inoltre il Museo pubblica online scienZine una rivista elettronica di divulgazione scientifica all’interno della quale è possibile consultare l’articolo “L’uomo e l’orso: due leali avversari da migliaia di anni” di Francesca Nicolodi. All’interno della rivista trimestrale a cura della Società di Scienze Naturali del Trentino e del Museo Tridentino di Scienze Naturali Natura Alpina, n. 3/4 del 2005, è interessante consultare l’articolo di Claudio Groff e Davide Dalpiaz dedicato alla XVI Conferenza Internazionale sull’Orso (International Bear Association – IBA) tenutasi a Riva del Garda nel 2005.
A cura dell’Ufficio Faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento dovrebbe uscire a breve il Piano d’Azione Interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali – PACOBACE (consultabile già da ora ai siti web http://www.orso.provincia.tn.it/ e http://www.minambiente.it/), che vede come attori le Province Autonome di Trento e Bolzano, la Regione Autonoma Friuli-Venezia-Giulia, la Regione Lombardia, la Regione Veneto, l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Inoltre, ogni anno, l’Ufficio Faunistico pubblica il Rapporto Orso relativo alla gestione dell’orso bruno in Trentino.
Esistono poi riviste scientifiche internazionali, come Ursus Journal (http://www.ursusjournal.com/), la rivista ufficiale dell’International Bear Association – IBA.
In Italia, un interessante articolo dal titolo “Un’altra chance dopo l’estinzione. L’avvelenamento dei tre gipeti sardi e l’uccisione dell’orso trentino Jj3 riaccendono il dibattito su presente e futuro della strategia delle reintroduzioni” di Anna Meldolesi è apparso all’interno della rivista bimestrale di scienze darwin, n. 28 anno 4.

quotidiani: quotidiani locali come Il Trentino e L’Adige hanno riportato un numero illimitato di articoli sul tema, dai quali abbiamo attinto soprattutto per ricercare gli attori, soprattutto locali, che prendono parte alla controversia. In alcuni casi si sono interessati alla questione anche quotidiani nazionali come Il Corriere della Sera, Il manifesto, Repubblica o il mensile L’Espresso;

conferenze: il Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento e il Parco Adamello Brenta organizzano delle conferenze rivolte al pubblico dal titolo “Conosci l’Orso Bruno”, le quali hanno lo scopo di far conoscere le abitudini e i comportamenti dell’orso bruno e di informare il pubblico rispetto alla gestione dell’orso in Trentino. Una delle conferenze si è tenuta il 21 novembre 2008 a Baselga del Bondone, in Provincia di Trento. Questi è stato forse il luogo nel quale si è potuta osservare più da vicino la controversia, cioè la differenza di punti di opinione sostenuta con proprie ragioni, ragioni fatte valere da chi non era d’accordo con la reintroduzione dell’orso bruno in Trentino (come era la maggioranza dei presenti), anche con la forza della voce. Al di là dell’aspetto puramente conflittuale, la domanda che più ricorreva tra il pubblico era quella volta a capire chi ha deciso per ogni singolo cittadino locale di reintrodurre l’orso bruno libero nei boschi delle montagne trentine, perché cioè non si è chiesto ai diretti interessati se erano a favore o contrari al ripopolamento. La risposta è che un’indagine effettuata dall’Istituto Doxa è stata compiuta nel 1997 ed una successivamente nel 2003. Si sa, le indagini statistiche non intervistano tutti i cittadini, ne contattano solamente una parte, un campione, che deve comunque essere rappresentativo di tutta la popolazione. Lasciando da parte l’indagine statistica, la domanda posta dai cittadini agli enti locali rimane comunque di notevole interesse: chi decide? A questa domanda abbiamo cercato di rispondere all’interno dei Temi collegati (vedi alla voce Temi collegati);

questionari: il Parco Adamello Brenta, il Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento e la Provincia Autonoma di Trento hanno commissionato all’Istituto Doxa una indagine demoscopica nel 1997 ed una successivamente nel 2003, chiedendo ad un campione rappresentativo di cittadini trentini “Se Lei dovesse votare in un Referendum, per decidere se gli orsi bruni possono restare in Trentino, Lei pensa che voterebbe a favore o contro la permanenza degli orsi in Trentino?”. I risultati dicono che nel 1997 il 75,4% degli intervistati voterebbe a favore, il 16,2% voterebbe contro e l’8,5% si astiene/è indeciso. Sei anni dopo, nel 2003, si registra una diminuzione del 2% delle risposte a favore, le quali rimangono sopra la soglia del 70% (73,2%), un aumento del 4% dei contrari (20,6%) e una diminuzione degli astenuti dall’8,5% al 6,2% (per maggiori informazioni sull’indagine si consulti il sito http://www.orso.provincia.tn.it/ alla voce Comunicazione: Indagine demoscopica).
La domanda “Il fatto di sapere che nel Parco Adamello Brenta vive ancora l’orso, che tipo di reazioni suscita in Lei?” è stata posta ad un’altra categoria di attori, i turisti, i quali hanno dichiarato in percentuale 62% che il fatto suscita in loro grande interesse (per maggiori informazioni sull’indagine si consulti il sito http://www.pnab.tn.it/ alla voce Studi e ricerche: Indagini).
Per quanto riguarda i questionari ci siamo quindi avvalse dei risultati già elaborati dall’Istituto Doxa. Grazie a questi abbiamo potuto ricostruire alcune tappe importanti del cammino intrapreso dalle istituzioni locali per avvicinarsi e comprendere l’opinione dei cittadini trentini e dei turisti;

interviste: le interviste da noi raccolte ci hanno permesso di moltiplicare i punti di osservazione, di tenere conto di punti di vista divergenti e di ascoltare il maggior numero di voci possibile. Trattandosi di un lavoro svolto nell’arco di sei settimane, la possibilità di tempo sia nostro che degli intervistati è stato circoscritto, perciò ci scusiamo con chi non compare nella nostra lista di intervistati. Se qualcuno volesse interagire e scrivere qualcosa riguardo alla controversia, è pregato di farlo perché lo strumento del Blog consente questo tipo di interazione attraverso i Commenti (tutte le interviste sono riportate alla voce Interviste).